Un orto è una goccia nel mare rispetto ai problemi con cui si confronta l’Africa ogni giorno. Ma se di questi orti ce ne sono cento, mille, diecimila, e tutti insieme dialogano e si sostengono, il loro impatto cresce. Insieme, possono trasformarsi in un’unica voce: contro il land grabbing, gli ogm e l’agricoltura intensiva, a favore dei saperi tradizionali, della sostenibilità e della sovranità alimentare.
Per realizzare migliaia di orti in Africa servono persone consapevoli e formate. Servono leader giovani, che possano motivare le comunità. La quota che Slow Food chiede per sostenere un orto non è usata soltanto per comprare zappe, carriole, innaffiatoi e recinzioni ma serve per rendere possibile il lavoro e la formazione dei responsabili africani che devono coordinare le comunità. Un contributo è riservato al lavoro di monitoraggio degli orti già avviati e al rafforzamento della rete locale attraverso l’organizzazione di eventi e scambi tra comunità, nonché a garantire borse di studio ai giovani africani, farli viaggiare e conoscere altre realtà.
Milano Area Metropolitana ha negli anni finanziato 10 diverse realtà.